LittleSnobNewsletter#024 - Guida quasi esaustiva a costumi di stagione (perché forse ha smesso di piovere)

Una premessa è doverosa, non sono una fanatica della new age e delle esaltazioni spirituali alla Paltrow: faccio yoga ogni tanto, mi lascio affascinare dall’astrologia quella manciata di giorni l’anno in cui prevede qualcosa di esaltante per un gemelli ascendente leone, colleziono cristalli perché trovo che siano cute, medito quel tanto che serve per addormentarmi quindi meno di tre minuti e soprattutto bevo rosè ghiacciato che mi piace pensare faccia bene. L’altro giorno però ho scaricato un’app, si chiama I am e fondamentalmente in maniera tanto semplice da sembrare elementare ti manda a seconda delle impostazioni definite una serie di messaggi motivazionali durante la giornata. Piccole notifiche dai colori pastello che con tono amichevole ti ricordano - di essere grato per l’amore che hai, che ogni giorno è una focina di nuove esaltanti possibilità, che diventare una persona migliore dipende dalle scelte che ogni giorno poniamo in essere e cose così. Non vi nascondo che i primi giorni mi sono ritrovata un po’ spaesata davanti allo schermo dell’iPhone combattuta tra il sentirmi un’invasata e l’opportunità di darle una possibilità - d’altra parte forte dei vent’anni di credo e fiducia totale nei confronti del potere drenante del gambo d’ananas mi sembrava brutto e poco volenteroso tirarmi indietro senza aver lottato. E così, vinto lo scetticismo misto ad arroganza che caratterizza la mia persona ho iniziato a sorridere del tutto, compiaciuta e felice ritrovandomi pervadere ad ogni messaggio rosa confetto da una piccola scossa di buonumore. Leggera e impalpabile, ai limiti della follia forse ma di certo più costruttiva di tante altre inutili parole lette o non dette. E a riflettere sul fatto che è forse questo quello di cui abbiamo bisogno. Qualcuno che quando meno ce lo aspettiamo, indaffarati come siamo a giungere alla sera senza perdere troppi pezzi di pelle e dignità, come fosse un amico senza giudizio alcuno ci ricordi che andrà tutto bene e che non siamo poi così pessimi come a volte ci è dato credere. Qualcuno che rimetta le cose al loro posto a cominciare dalla fiducia in noi stessi. Un affetto che ci rincuori quando pensiamo di non averlo più un cuore. Che banalmente ci sorprenda dicendoci che ce la possiamo fare anche fosse solo a trovare parcheggio, che siamo forti e caparbi e che anche quando non ci crediamo più tutto può essere. La meraviglia, la sorpresa, il posto per la macchina, la vita. O semplicemente quella bottiglia di rosa in frigo che nel dubbio conservo con dedizione.


Preda dell’ottimismo o della umida disperazione mi piace pensare nonostante l'ultima settimana di pioggia che torneremo a prenotare i primi weekend di mare, a bruciarci il naso sebbene si passi metà dell’anno a impasticcarsi di betacarotene e a discettare di moda estiva che poi si riduce a uno short in denim e una camicia e meno male aggiungerei. Da questa certezza meteorologica e dalle vostre richieste sul tema nasce questa newsletter dedicata ai costumi: argomento assai spinoso perché ci denuda, spogliandoci non solo dei vestiti ma delle certezze e mettendo sotto il sole di mezzogiorno le nostre insicurezze. In bella mostra, lì stese e oleate, le stesse con cui cerchiamo di fare pace dal 1984 mal celandole sotto il cappotto di panno blu.


Senza considerare che è uno dei capi su cui la sottoscritta è più insopportabile, intransigente, attenta. E su cui ha maturato negli anni una serie di mantra inamovibili su ciò che le piace. Nell’ordine i costumi tinta unita. Con una spiccata predilezione per quelli neri o bianchi che subito rendono l’immaginario marino iconico, sexy e anche chic cosa non facile quando si parla di estate. Qualche stampa ma ben fatta con una ben nota preferenza per l’animalier. Come modelli da un paio d’anni ho perso la testa per i costumi interi per me assolutamente immancabili in valigia come nel guardaroba (non esiste donna a cui non donino), le fasce - trovo terribilmente femminile la spalla nuda anche se non sempre facilmente conciliabile con la necessità di sostegno di un seno abbondante - e i miei amati triangolini che rievocano subito l’immagine della Gisele sulla copertina di Rio di Mario Testino e che per essere degni di nota devono essere in una Signor Lycra motivo per cui il fast fashion sui costumi non mi ha mai entusiasmato. Linee essenziali e pulite da sempre e per sempre, senza troppi fronzoli e optional considerato anche che avendo molto seno non potrei permettermeli a cuor leggero. Quanto a styling l’unica certezza che mi sento di condividere è - cercate il costume che vi fa sentire belle, non sottovalutate il fascino del costume intero ma allo stesso tempo non usatelo come coperta di Linus, privilegiate tessuti non lucidi che fanno subito cheap, investite su un bel pezzo che sappia rendere giustizia alla vostra femminilità e fregatevene di tutto il resto. Le estati della vita non possiamo di certo sprecarle a formalizzarci per un po’ di cellulite invece di tuffarci col naso tappato per il primo bagno nell’acqua fredda di inizio giugno.

Hunza G tra i miei preferiti delle ultime stagioni. Ne ho presi tre tutti interi e tutti dello stesso tessuto - per intenderci quello goffrato e pop uscito dagli anni Ottanta o forse inizio Novanta (io da bambina ne avevo uno blu su cui mia mamma ci aveva fatto cucire dei fiocchetti a quadretti: mai una gioia). Sono taglia unica e per davvero hanno una vestibilità incredibile adattabile alle diverse forme. Unica pecca ma noi che li avevamo già indossati in tempi non sospetti eravamo preparate e temprate: non si asciugano mai. MAI. In compenso quest’anno vorrei lanciarmi anche sulle loro gonnelline e vestitini che sembrano usciti da un video delle Spice Girls e forse lo sono.
Sempre in tessuto stretching e one size segnalo tra le scoperte più interessanti YouSwim, sia per l’assortimento colori che per la comunicazione inclusiva. E’ molto bello vedere come sempre più spesso nascano e crescano e si impongano sul mercato brand che valori come l’inclusività li hanno propri, dentro di se. Autentici e vivi, come dovrebbe essere.
L’immancabile in tema di costumi è Eres, marchio francese famoso per l’iconicità dei suoi modelli e per la la lycra che dicono duri una vita senza colpo ferire. Si tratta senza alcun dubbio di un investimento in termini economici ma chiunque li abbia indossati e provati - dice che è difficile tornare indietro e farne a meno. Può essere anche una bellissima idea regalo per i quarant’anni dell’amica del cuore, o per il proprio di compleanno: il mio preferito che non a caso il 24 maggio si avvicina il bikini con la fascia Show della linea Essentiel.

Lido, brand nato nel 2017 come linea di swimwear indipendente. In questo caso l’ispirazione è data dai costumi sportivi che vengono resi più femminili con qualche piccolo dettaglio o cambiando le proporzioni di sgambata e spallina - due elementi importantissimi nella definizione del costume perfetto e troppo spesso sottovalutati (pensate ad esempio quanto una sgambatura possa aiutare otticamente la gamba a sembrare più lunga o quanto lo scollo all’americana posso allargare la spalla catturando l’attenzione). Tra i miei preferiti Quattordici in nero che strizza l’occhio ai costumi olimpionici ma in maniera iper femminile, e Undici con lo slip alto che anche in termini di styling è una manna dal cielo se volete nascondere l’addominale o presunto tale almeno in parte.



Oséree nato qualche anno fa dal desiderio di traslare l’immaginario della lingerie in spiaggia e diventato subito un must. A cominciare dalla Regina Beyonce che da poco ha sfoggiato un loro completo customizzato che era una favola e dalla Kim Kardashian . Perfetti oltre che per il sole per il tramonto portati a mo’ di body con la camicia bianca aperta e i sandali capresi in cuoio ai piedi. ReinaOlga, il marchio di costumi delle sorelle Guia e Isotta Cleps, che ha fatto dell’audacia il suo mantra. Mi piacerebbe molto riuscire ad indossarli ma ahimè arrivano fino alla terza e temo di dover rinunciare. Li consiglio alle giovanissime che amano osare, consapevoli che è così che si fa. Senza paura, ma con la protezione solare ben stesa, please.
Scoperti su Instagram perché da qualche parte ancora c’è qualcosa di ignoto, Its Now Cool. Tutto sembra al posto giusto, dalle forme alla palette cromatica: primo ordine fatto un paio di giorni fa e in arrivo. Vi farò sapere dopo il test della coscia. E della testa. Self Portrait di certo più famoso per gli abiti da invitata al matrimonio della cognata che per i costumi, eppure. Ogni anno me ne sfodera un paio su cui mettere gli occhi, segnalo ad esempio questa combo top + slip a vita alta borghese e adatto anche per l’orario aperitivo a bordo piscina. O sul balconcino di casa. Teatrale.

Isole e Vulcani anche loro nati in Italia tra le cupole di Roma e i paesaggi lunari di Filicudi. Si caratterizzano per essere senza cuciture, a taglio vivo e in fibre rigorosamente naturali. Trovati in uno dei miei indirizzi del cuore: Dida&Camillo, nel cuore di Monopoli e mi sono piaciuti tantissimo e ho molte amiche dalle fisicità più varie che li usano con entusiasmo. Wanderlust, anche loro scovati navigando a caso ed entrati subito nel mio personale Olimpo oltre che in wishlist hanno una ampia gamma di scelta tra cui molto bello il sotto Julia con il laccetto sottile che slancia la gamba ma senza elemosinare sul dietro - ovvero coprente quello che serve - e l’Abbey perfetto per chi - pera nella fisicità - ha poco seno perché minimo nelle forme e nei volumi.

