LittleSnobNewsletter#8 - Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'/ E siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.

Non sono un’amante dei buoni propositi perché credo fermamente che il più delle volte servano solo a farci sentire inadeguate. E non è quello ciò di cui abbiamo bisogno per svegliarci al mattino, scendere dal letto e trovare la forza per andare in palestra. No. Abbiamo bisogno di grinta. Di un buon caffè, americano nel mio caso. Di zenzero, a voler dar conto alle ultime tendenze in materia di detox. Di un amore o di una passione o di un sogno – per quanto banale – da inseguire. Abbiamo bisogno di una serieTV da guardare la sera quando torniamo a casa dopo una giornata trascorsa nel traffico a dar conto di ciò che siamo. Di fiducia. In noi stesse. Di incontrare in un luogo qualunque e senza preavviso la stessa umanità che la natura ha voluto regalare alla nostra anima. Di bellezza da far nostra e da insegnare e da custodire. Di un paio di jeans che ci ricordi da dove veniamo fregandocene di come ci sta sul culo. Di donne che sappiano apprezzare le altre donne, al primo sguardo. Di bere un bicchiere di vino rosso e mangiare un piatto di pasta senza sensi di colpa. Di saperci perdonare a vicenda. Di modelli di riferimento degni della nostra intelligenza. Di opportunità. A volte anche di silenzio. Abbiamo bisogno di incoraggiamenti sinceri e rispettosi da parte degli uomini che ci sono vicini e degli uomini – tutti . Di pudore negli occhi di chi ci guarda. Di stima sul posto di lavoro. Di qualcuno che ci dica grazie. Di costanza e non parlo di quella necessaria a massaggiarci un buon anti-cellulite sulle cosce. Abbiamo bisogno di coraggio per ripeterci che – lo possiamo fare/noi lo possiamo fare. Di di talento da cui trarre la giusta ispirazione. Di vestirci come ci pare, seguendo il nostro stile qualunque esso sia. Di decidere noi di cosa aver paura.
Di questo abbiamo bisogno. Non dell’ennesima lista che ci ricordi tra dodici mesi – che anche quest’anno non ci siamo iscritte ad un inutile corso di cucina per imparare a fare una cosa che forse nemmeno ci piace.

Da qui nasce quest’elenco evidentemente disordinato e privo di un filo logico non solo apparentemente e del tutto personale intriso della vita di quest’ultimo anno e di cose e film e libri e frasi e consigli non richiesti e indirizzi tutti senza pretese, tutti senza scadenza e senza fretta - tutti senza le vesti di un buon proposito. Sono le cose che mi piacciono e mi sono piaciute, quelle che poi mi scordo, le cose che vorrei ancora fare senza sentire l’obbligo di farle, quelle che mi rimprovero insieme a quelle che voglio ricordare sapendo che c’è un posto nel mare dell’Internet dove poterle ritrovare, le cose che credo come fossimo tra amiche sarebbe bello condividere anche distrattamente almeno una volta.
1. La mia playlist NewYorkNewYork ad esempio che mi fa credere di essere al MinettaTavern a mangiare il l’hamburger più buono del mondo bevendo un bicchiere di Chianti scadente
2. Una maschera per i capelli con ben venti minuti di tempo di posa che poi è anche il tempo necessario per meditare su come ci vestivamo male al liceo senza che nessuno a parte nostra madre avesse il cuore di dircelo
3. Mettere in ordine il cassetto delle calze
4. E anche quello della biancheria, che lo so che anche voi avete un mix and match tra reggiseni, mutande e gambaletti della vergogna
5. E rivedere le vecchie foto di famiglia, di quando la risoluzione era sei pixel, tutti venivano bene, mia nonna vanitosa sorrideva in camera e cosa assai più importante le fotografie si sviluppavano
6. Il palo santo, la salvia secca e l’incenso: qualunque cosa che se bruciata è in grado di allontanare le energie negative e visto com’è andato quest’anno vi direi anche a voi di abbondare e aprire le finestre e bruciare fino a quando non sarà rimasta manco la salvia fresca in frigo
7. Woody Allen, anche quest’anno come se i trentasei appena trascorsi non fossero abbastanza per amarlo
8. Il cappotto oversize oltre che morbidissimo di LeRù per ogni volta in cui mi chiedete se il cappotto striminzito e corto è una soluzione e per ogni volta in cui ci rispondo che la vita è già dura di per se
9. Andare in tintoria a ritirare il maglione di cachemire grigio. Che poi è uno dei pochi place to be di queste settimane
10. Il desiderio non troppo recondito e sempre più certo di scrivere, e fare quasi solo quello e poco più. Tutti i giorni e tutto il giorno

11. Le gambe in aria dieci minuti tre volte al giorno come piccolo segreto di bellezza che come dice Ninna: non fanno passare la cellulite ma il tempo e la cattiva circolazione
12. Insieme alle bende SlimMe della Cinica, in attesa di reintegrare i liquidi persi: uno dei miei prodotti preferiti di sempre non a caso lo sapete che sono stata una delle prime a testarle cinque anni or sono e che durante la prima applicazione avevo fatto un tale casino di acqua e sale che passai i quaranta minuti di posa al telefono con Cristina cercando conforto e confronto.
13. Il sogno di passare cinque giorni in Bretagna a mangiare crostacei e a bere vino rosè e a leggere Jane Austen


14. E che si sappia io le ostriche le mangio sempre con una goccia di tabasco
15. Un weekend a Copenaghen
16. E il desiderio oltre che la necessità di imparare finalmente a memoria la mia Partita Iva senza ravanare su non so mai quale file salvato sulla scrivania del desktop in fila alla cassa del ristorante
17. Il Levi’s perfetto che ho finalmente trovato ed era proprio quello più classico - il 501 - e mi sembra giusto condividerla sta gioia con voi
18. L’esercizio dell’arte della gentilezza che è uno dei pochi esercizi che ha davvero un senso fare - oltre agli squat mentre mi lavo i denti - e quello dell’arte della chiarezza per chi come me a volte fatica a dire NO. Ed è forse questo uno dei passi più importanti che possiamo compiere verso l’età adulta
19. La visione di The Morning Show, per me una delle serie più belle della stagione con una straordinaria Jennifer Aniston e una tematica faticosa come il MeToo trattata in maniera eccelsa
20. Le Chinatown di tutto il mondo che mi mancano e così quando sono un po' triste finisco sempre in Sarpi a comprare qualche mooncake e un paio di imbevibili succhi all'aloe e litchi

21. L’illuminazione divina di una tovaglia di Lisa Corti che arreda senza ingombro
22. Il vestito beige con i profili scamosciati di Gucci come uno dei miei look preferiti di quest’anno passato per lo più in tuta e a piedi nudi. Insieme a quello rosa shocking dalle spalline ingombranti e un po’ ballerina di flamenco di Rotate e a quello di lino tutto bottoni e fiori di Zimmerman
23. E no, quella camicia bianca di pizzo non faceva parte del look ma del mio armadio. E della lista dei miei pezzi preferiti e dell’intuito che dobbiamo seguire sempre a cominciare da quando creiamo un look
24. Fateci caso, le decisioni migliori si prendono a piedi nudi. A cuore caldo. E a mente fresca

25. Il baracchino di Niko’s, a Patmos, sulla strada che dalle Gemelle torna alla Hora e i suoi pomodori ripieni e la birra calda e quel silenzio rotto solo dalle cicale e dallo sfaccettare di sua moglie in cucina come pranzo più felice
26. Insieme a Tommaso allo Scoglio che è uno di quei posti in cui mi sentire di dire: si posso viverci qui. A pasta alla Nerano e ricci freschi
27. L'olio da bagno di Susanne Kaufmann come auto-regalo per ricordarci che l'unico modo che abbiamo per dare il meglio è prenderci il tempo di capire qual è il meglio, ed è un'attività che si può fare in una vasca piena d'acqua calda fine giornata
28. L'anno che è stato almeno per la moda nei pezzi più letti e cercati e commentati del 2020 da Vogue.com
29. Per Natale un pezzo scelto dalla casa dei genitori, perché diventare grandi vuol dire custodire e prendersi cura di ciò di cui si sono presi cura loro
30. Io ad esempio mi sono presa i sottopiatti e i piattini per il pane. Da aggiungere al nuovo servizio della casa di Milano
31. La scoperta della base trucco perfetta per la mia pelle - e state attente quando vi elargiamo consigli a iosa - perché ognuna ha la sua pelle e le sue esigenze e non tutto va bene per tutte. Il mio fondotinta del cuore di questo 2020 è stato Acqua Nude di Guerlain, comprato per caso a Parigi perché avevo dimenticato il mio e perfetto per chi ama come me le basi leggerissime quasi impalpabili
32. Insieme alla scoperta del Baume Essential trasparente di Chanel, che illumina creando quasi un effetto specchio d'acqua palpebra e zigomi.
33. E alla certezza non sempre facile da acquisire che la tristezza a volte serve: purifica. Va abbracciata e assecondata e solo dopo lasciata andare
34. Mi sono accorta che le Birkenstock non sono il male, che quello che vi serviva era una guida alla tee perfetta, che manco quest'anno mi è venuto il pollice verde e che tre lockdown non mi hanno fatto imparare a cucinare
35. Ho comprato molto di meno, e soprattutto molto meno fast fashion e sono sopravvissuta egregiamente. Anzi senza nemmeno dover fare la fatica di arrancare tra le camicie di acrilico e un inutile jeans dal fit improbabile
36. Devo pulire l'armadio delle borse: armandomi di cotone e latte detergente che lo sapete è uno dei migliori rimedi possibili per pulire la pelle. Svuotarle dagli scontrini appallottoli rimasti sul fondo, e riporle nelle dusty bag. Come fossi una persona ordinata e organizzata
37. E anche il mobiletto del bagno. E buttare quel siero fin troppo illuminante aperto due anni fa e spolverare a fondo i ripiani. Tutti. Visto che ci sono.

38. Pho 14, da segnare nelle vostre agende per quando tornerete a Parigi e cercherete un posticino dimenticato dai più che prepara un ramen fantastico
39. Ho scoperto la montagna d’estate ma non me ne vorrete se resterò forever una donna da Sud e mare e salsedine e datemi anche la cervicale da motorino e meltemi sul collo. Anche se i lookismi a base di calzettoni e bandane strette al collo mi riescono abbastanza bene
40. Il beige e l’arancione e l’oro giallo anche se l’armocromia non è dalla mia (sono winter cool prima che me lo chiediate)
41. I texani non credevo vi stessero così a cuore e invece insieme ai mocassini sono due dei dubbi amletici che mi ponete: la risposta è sempre la stessa, vintage è meglio



42. L'umanità come segno distintivo delle persone che piacciono a me, insieme al carisma e al profumo di buono sulla pelle
43. La frase finale di Lost in Translation quando lui dice a lei - I don't want to leave - E lei risponde So don't. Stay here with me. We'll start a jazz band - come certezza che le storie d'amore hanno sempre bisogno di una buona colonna sonora per funzionare (e se non l'avete visto fatelo stasera)
44. I bicchieri da champagne sono un regalo non scontato e sempre graditissimo e mai inutile considerato quanti ne rompo e facile da trovare sparsi qua e là nei mercatini vintage
45. Le NewBalance530 in bianco e blu continuano ad essere ambitissime ed introvabili (a me in 38 grazie)
46. Bois d'Ascese sa di incenso e di chiesa e di peccato e di tutti i miei maglioni piegati nell'armadio perché non faccio altro che aprire le ante e spruzzarlo tanto me ne sono innamorata e benedetto il giorno in cui l'ho comprato
47. Credo di aver bisogno di una federa di seta per i miei capelli elettrici. E anche di un massaggio di due ore. E di non procrastinare la qualunque. E di un cinema aperto per poterci andare da sola alle tre di pomeriggio di mercoledì.
48. Ho smesso di bere acqua tiepida e pepe di Cayenne e limone al mattino e sono ancora qui, senza nemmeno troppa ritenzione idrica a quanto pare tra la coscia e il cuore
49. Sogno di non addormentarmi durante la notte degli Oscar, di avere una rubrica mia, di non rovinarmi lo smalto nelle due ore successive alla stesura, di avere una casa al mare, di collezionare abiti di piume e animali trash in porcellana, di poter proteggere le persone che amo, di svegliarmi con i capelli in ordine
50. E di continuare ad avere la la certezza che sebbene quest’anno mi abbia tolto tanto è comunque sempre di più quello che stringo - stretto stretto, con un sorriso incredulo - tra le mani. Buon Natale o meglio come piace dire a me, buona vita.